RCC Representation Community College
14 - 26 Agosto 2005, Hannover, Germania
Relazione Armonia Pierantozzi
Delegata Sezione Giovani Centro Sud E.I.P Italia- Scuola Strumento
di Pace
Ogni volta che ho partecipato a un seminario, a un corso,
ad un convegno, mi sono trovata di fronte a diverse modalità
di organizzazione, di trasmissione di conoscenze, di approccio.
L'esperienza ad Hannover è stata infatti completamente
diversa dalle precedenti a Budapest, a Santiago de Compostela,
a Barcellona.
Per due settimane ci siamo ritrovati in 29 ragazzi tra i 18
e i 25 da 10 diversi paesi, accomunati solo dalla lingua inglese
(parlata più o meno bene!) e dal tema trattato: Rappresentare
ed essere rappresentati nell'Unione Europea.
Cosa significa essere rappresentati? Come può la società
civile far sentire la propria voce ed influenzare le istituzioni?
Come è essere dall'altra parte, quella cioè
di coloro che rappresentano?
Le metodologie e le strategie utilizzate sono andate dalla
peer education alla simulazione, dalla visita a due punti
d'informazione dell'UE a quella dei Parlamenti di Berlino
e della Germania, da lezioni tenute da politici ad incontri
con chi lavora a contatto diretto con la realtà di
Brussel.
Molti spazi sono stati lasciati completamente a noi partecipanti.
Ad esempio Io ed Irina, una ragazza rumena, abbiamo presentato
un panorama generale della realtà e delle prospettive
finanziarie dell'Unione: quali sono gli organi che si occupano
del settore, cosà accadrà dopo la mancata approvazione
del budget previsto per 7 anni a partire dal 2007, quali questioni
economiche ci attendono. Altri gruppi hanno organizzato lavori
simili su differenti tematiche, con il risultato di essere
tutti coinvolti nella ricerca e nella scoperta di nuovi aspetti
di questa UE che ancora si fatica a capire pienamente.
Il percorso teorico seguito ci ha fatto entrare nella realtà
dei tre principali organi istituzionali, la Commissione, il
Consiglio e il Parlamento europei, il cui funzionamento è
stato efficacemente paragonato a quello di una partita di
calcio, in cui il primo è l'arbitro che mette il pallone
al centro del campo, e gli altri due le squadre che si alternano
il suo possesso.Così per le leggi, ad esempio, per
cui la Commissione fa la sua proposta, il Parlamento vi dà
una prima lettura, e poi manda il testo al Consiglio, e, se
non si raggiunge immediatamente la duplice apporvazione, si
procede così fino a un massimo di tre letture, dopodichè
la legge o passa o è bocciata. Un sistema burocratico
che, apparentemente complesso, non lo è mai quanto
quello dei singoli Stati, ed è oltretutto necessario
per equilibrare i poteri nazionali e quelli dell'UE.
L'Unione è anche piena di stranezze, però: si
pensi al sistema delle "tre settimane" di Brussel:
le prime due si lavora nella città belga, la terza
miglia di politici e relativi segretari si spostano a Stasburgo,
con il risultato di spendere milioni di euro all'anno in questa
"operazione", inevitabile data l'esistenza delle
due sedi diverse
Gli incontri hanno poi centrato tematiche attuali quali la
rappresentanza delle minoranze e della società civile,
come comunicare con gli elettori a livello locale, quale tipo
di sistema politico regola gli Stati Membri.
A fine giornata ci si riuniva in Home Groups di cinque persone
per discutere degli argomenti che più ci avevano interessati
tra quelli trattati durante la giornata: una delle più
interessanti nel mio gruppo è stata quella che si riferiva
a quali caratteristiche deve avere un buon leader, e se questa
figura si ricollega sempre all'immagine dell'oppressore. Nel
pomeriggio infatti eravamo stati coinvolti in uno workshop,
il "Teatro degli Oppressi" (www.theatreoftheoppressed.com):
l'attività mira a rendere partecipe l'audience e consiste
nel mettere in scena un piccolo pezzo teatrale, in cui ci
sono uno o più oppressori (solitamente uno) e una serie
di oppressi. La prima volta gli attori recitano tutto il loro
copione. La seconda, invece, gli spettatori possono interrompere
la recitazione e fare domande sul perché si sono fatte
determinate scelte, sul perché un personaggio è
più attivo dell'altro e così via. La terza volta,
infine, gli spettatori possono prendere il posto degli attori,
tranne quello dell'oppressore, e cambiare il copione. In tutti
i casi, è successo che i nuovi attori hanno ribaltato,
ribellandosi e cercando il dialogo, la loro situazione di
oppressi.
Le occasioni di essere attivi sono state anche altre:
|