INTERUCLTURAL STUMBLING
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Corso di formazione estivo per giovani moltiplicatori
Internationales Haus Sonnenberg, 4-11 agosto 2007
Armonia Pierantozzi
Ormai sono alcuni anni che collaboro per l'E.I.P. Italia,
e spesso mi trovo a scrivere dei corsi di formazione che seguo,
in Italia e all'estero, in qualità di Delegata della
sezione giovani dell'Associazione .
Quest'estate sono tornata ancora una volta in Germania, stavolta
alla Internationales Haus Sonnenberg, un complesso ideato
dopo la Seconda guerra mondiale nella foresta di Haltz: un'idea
partita da professori olandesi e tedeschi per costruire, dopo
le atrocità del conflitto, una possibilità di
dialogo e collaborazione interculturali. E proprio l'apprendimento
interculturale è stato il tema centrale dell'incontro.
Per otto giorni mi sono confrontata all'interno di un piccolo
gruppo di persone provenienti da background completamente
diversi: quattro ragazzi dell'Ufficio Scambi Internazionali
di Torino; due finlandesi: una signora che lavora nel giraffe
team della Nokia e una ragazza impegnata in due dei dieci
centri della gioventù del suo Paese; due maestre ungheresi;
tre tedesche: una anch'essa maestra in una scuola che accoglie
ragazzi problematici, l'altra disabile, impegnata per un anno
in attività a carattere sportivo ed ambientale, e la
terza appassionata del lavoro con i giovani.
Le giornate si sono alternate, come sempre in occasioni del
genere, tra attività nella conference room o all'aperto
(tempo permettendo!), momenti di relax per conoscerci al di
là dei nostri impegni "professionali", visite
delle città vicine.
Dopo un'introduzione storica del luogo, abbiamo passato la
prima giornata a conoscerci e ad instaurare un certo clima
di fiducia all'interno del gruppo.
Delle lezioni teoriche, due sono state forse le più
vivaci.
La prima tenuta da Chrissie Dell, del Centre for Global Education
di York (già conosciuta nell'ambito del network DARE
- Democracy and Human Rights Education in Europe), sul significato
di intercultural learning, ossia il processo di diventare
più consapevoli e avere una migliore comprensione innanzitutto
della propria cultura, fatto da non dare mai per scontato,
e poi delle altre. Ed anche il termine cultura è stato
scandagliato: con esso si intendono un modo di vivere, un
insieme di pratiche sociali, un sistema di credenze, un patrimonio
storico condiviso. Durante la cena internazionale abbiamo
quindi avuto modo di conoscere effettivamente meglio le culture
dei partecipanti, dai balli tipici tedeschi al salame ungherese,
dal pesce finlandese al limoncello nostrano!
La seconda lezione è stata incentrata sulle basi del
lavoro di gruppo/cooperazione internazionale/apprendimento
interculturale: cooperazione, strategia comune, relax, regole,
leadership, fiducia, linguaggio comprensibile a tutti (e non
solo quello verbale!), capacità di ascolto, raccolta
di idee, discussione, rispetto dei tempi altrui, ruoli diversi
a seconda delle abilità e delle predisposizioni di
ciascuno. Durante la settimana abbiamo cercato di ricordarle
a noi stessi, soprattutto nei momenti critici e di incomprensioni,
credo io dovute più a vere e proprie differenze culturali
che ai nostri caratteri. Solo verso la fine (purtroppo!) si
è trovato lo spunto per chiarire queste tensioni
Vari sono poi stati i momenti di discussione, soprattutto
a piccoli gruppi, ed attività tipiche di questo tipo
di corso, molte delle quali rivolte allo sviluppo di linguaggi
non verbali: ad esempio, abbiamo dovuto rappresentare, chi
con il pongo, chi con strumenti musicali, chi con il corpo
e chi con il disegno la frase We want to be your friends and
live in peace with you; e ancora, abbiamo dovuto disegnare
un cane tenendo in due lo stesso pennarello, senza poter parlare
o comunicare a gesti.
Il momento più utile per il mio lavoro nell'E.I.P.
Italia è stata comunque la presentazione dettagliata
dello Youth in Action, programma comunitario per il finanziamento
di progetti rivolti a giovani tra i 18 e i 30, e la conseguente
stesura di bozze di progetti. Io e una ragazza ungherese abbiamo
messo giù una prima idea di un giornale bisettimanale
intitolato Free righters, da diffondere attraverso la rete,
in cui i giovani di tutta Europa e dei Paesi Euromed possano
confrontarsi su pochi temi specifici, scelti di volta in volta
dall'ufficio nazionale o regionale, facente capo ad un ufficio
centrale composto da personale di almeno cinque nazionalità
diverse. Un progetto ambizioso, ma che potrebbe cominciare
con una collaborazione tra pochi Paesi, per espandersi poi
in fasi successive. Interessanti anche la proposta del corso
"Absolute kitchen - Tell me the bread you eat, and I'll
tell you where you are from", o anche quello, rivolto
a bambini delle elementari, della costruzione di marionette,
pupazzi di sabbia o di neve: le idee più semplici sono
le più facilmente realizzabili quando non si hanno
grandi fonti di finanziamento, e quando si vuole coinvolgere
un target ampio e misto di giovani!
L'incontro è stato intervallato dalla visita di tre
città.
A Santandreasberg, un piccolissimo centro raggiunto dopo una
lunga camminata tra i sentieri del parco, abbiamo incrociato
la grande manifestazione estiva che si tiene ogni anno, e
a cui partecipano tutte le associazioni della città,
per concludersi con una festa all'insegna di musica e birra!
A Gottingen, a circa un'ora di macchina da Sonnenberg, abbiamo
incontrato due camerunesi la cui associazione aiuta dal 1991
famiglie e ragazzi del loro Paese che vanno lì a studiare:
oggi questa è l'organizzazione più attiva della
città, con manifestazioni che coinvolgono fino a mille
persone, tornei di calcio e incontri nelle scuole. Alla domanda
se non incontrassero limitativo che gli si chiedesse così
spesso di esibirsi in danze e musiche, hanno risposto come
anche questo fa parte della loro cultura, e che ciò
poi diviene il mezzo anche per parlare di altro
E poi
la visita della più grande mosche di Gottingen: qui
si è avuto la possibilità di fare domande a
due mussulmani, di cui uno convertito solo da pochi anni,
e di assistere alla preghiera: dietro a delle risposte apparentemente
chiare, rimangono i dubbi di domande eluse e di quell'intreccio
tra politica e religione che ha segnato l'informazione mediatica
degli ultimi sei anni.
E poi Goslar, visitata, nell'unico pomeriggio libero a disposizione,
da sei di noi, con la suggestiva visita della miniera di zinco
su un trenino chiuso e buio, di un color giallo arrugginito,
che ogni giorno trasportava i minatori tra le rocce umide.
E ovviamente, la sera festa! Partite di biliardino, party
a sorpresa a uno dei torinesi che il 9 compiva 37 anni, e
una chiacchierata tra un una partita a carte e una a ping
pong
Gli incontri di questo genere mi lasciano sempre la stessa
certezza: che noi giovani abbiamo tantissime possibilità
grazie all'Unione Europea, di viaggiare e conoscere altri
ragazzi che come noi già lavorano nel campo o sono
solo curiosi: la possibilità di conoscere culture che
possono a volte sembrare simili alla nostra, ma che nascondono
poi tante novità, di conoscere persone che si incontreranno
forse di nuovo in qualche altro angolo d'Europa. Poco più
di un anno fa ho coordinato il progetto "Radici per crescere
ali
per volare. Una via per la cittadinanza e i diritti umani",
e entrando nelle scuole della Provincia di Roma come peer
educator ho visto quanto gli studenti siano motivati, e che
manchino spesso loro solo gli strumenti per essere attivi.
E ognuno di questi corsi di formazione è uno strumento
irripetibile per essere cittadini europei.
Ogni volta una sfida!
Armonia Pierantozzi - Delegata Giovani E.I.P Italia
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